venerdì, maggio 11, 2007

Jung on: karma and reincarnation-Le antiche dottrine di karma e reincarnazione in Jung












"Le coincidenze permeano continuamente le
nostre giornate,ci stupiscono, talvolta
sconvolgono i nostri piani e ci cambiano
la vita, ma ci ostiniamo a ignorarle.
Se invece ci fermassimo a riflettere,
scopriremmo che tantissimi avvenimenti in
apparenza fortuiti sono stati in realtà
dei piccoli miracoli.

E se non fossimo andati alla festa in cui
abbiamo incontrato il nostro amore?
E se quel giorno non avessimo sfogliato il
giornale con l'annuncio del nostro futuro
lavoro?

Il problema miei cari amici è che tendiamo
a sottovalutare questi messaggi dell'universo,
l'immenso organismo di cui noi siamo le
cellule.
Troppo ancorati al mondo fisico, non riusciamo
ad attingere e bere all'enorme potenziale di
quello spirituale, che pure continua a bussare
alla nostra porta".



Le antiche dottrine di karma e reincarnazione
in Jung.
prima parte


Vi confesso che sono rimasto sorpreso non poco,
nel leggere certe affermazioni che onestamente
sconoscevo sino ad una settimana fa.
Ricordando bene...anche all'interno del suo
ultimo libro, prima che morisse, JUNG fece
intravedere una sua seppur lieve ammissione sulla
credenza o meno del concetto di reincarnazione e
del karma.

vi ricordate quando scrissi l'articolo e/o il
podcast dal titolo " jung, Gibran ed il concetto di
reincarnazione"?
Beh, non avrei mai pensato di dover e poter scrivere
sull'argomento in tale maniera.

Fu intorno agli anni '30 che Jung si immerse nella
lettura di molti testi classici, indiani, cinesi e
buddisti sullo yoga e sulla meditazione.
In effetti, il suo concetto di archetipo del Sè lo
possiamo paragonare all'immagine trascendente del
divino che vive in ciascuno di noi.
Tutto questo per abbracciare sia il livello personale
quanto quello transpersonale della psiche.

Era convinto che non vi fosse nessuna eredità di
ricordi prenatali o preuterini individuali, ma che
invece ci fossero dei ricordi archetipici ereditati.

Cosa accadde allora 15 anni dopo circa?
Jung, incominciò a parlare di un certo " fattore
karmico" all'interno di alcuni archetipi,asserendo
che essi si esprimerebbero sotto forma di immagini
mitologiche.

Ricorderete senz'altro che Jung, in merito all'inconscio,
disse che esso è formato da 2 strati: quello personale
e quello collettivo.
Il personale finisce con i primissimi ricordi dell'infanzia,
mentre quello collettivo comprende il periodo preinfantile,
cioè a dire i residui della vita ancestrale.
Mentre i ricordi-immagini dell'inconscio personale
contengono contenuti vissuti personalmente dall'individuo,
quelli dell'inconscio collettivo non lo sono perchè
ovviamente non vissuti.

Se l'energia psichica regredisce e ritorna a prima dell'infanzia
( periodo ancestrale), vengono ridestate immagini mitologiche
( archetipi).
Allora, come mai non spiegò in nessun modo a cosa alludesse
con " fattore karmico"?
Forse che i suoi riferimenti a concetti ancestrali tipo:
" componenti ancestrali, progenitori psichici, anime ancestrali
siano da intendersi come una sua particolarissima idea circa
la metempsicosi e la reincarnazione?

Certo è che persino il suo ultimo lavoro " Sogni, ricordi e
riflessioni.... presenta come detto da me già all'inizio
dell'articolo, spunti poco chiari....
E'vera la teoria seconda la quale l'originale del libro succitato,
presentasse parti poco adatte...al suo nome ed al suo genio...
e che la famiglia e l'associazione di psicoanalisi di Zurigo,siano
intervenute omettendo e " sistemando" alcune parti del libro?

Inoltre , come mai due figure importantissime come Goethe e
Paracelso siano presenti in lui in maniera quasi ossessiva?

Continua