mercoledì, maggio 16, 2007

http://www.jungometro.it/ Vi ringrazio per le vostre presenze anche se il sito è ancora in preparazione















Posso dire che per questo articolo abbiamo
collaborato in tre, oltre me , Iole per la poesia
di Krishnamurti e Valeria per la bella foto.
Grazie Inneriche...

Come amare la vita


Non amare il florido ramo.

Non mettere nel tuo cuore

la sua immagine sola: essa avvizzisce.

Ama l’albero intero, così amerai il florido ramo,

la foglia tenera e la foglia morta,

il timido bocciolo e il fiore aperto,

il petalo caduto e la cima ondeggiante:

lo splendido riflesso dell’amore pieno.

Ama la vita nella sua pienezza,

essa non conosce decadimento.


Jung on: karma and reincarnation
Jung, karma e reincarnazione
Seconda e ultima parte

Se vi fu una personalità del '700 che giunse
quasi ad ossessionare Jung fu Goethe.
I paralleli tra gli interessi di Jung e Goethe
non sono difficili da individuare.
Entrambi furono scienziati e visionari,
entrambi si interessarono appassionatamente
di alchimia, del problema del Male e dell'eterno
femminino; i contenuti delle due parti del Faust
costituiscono un esatto parallelo dei livelli
personale e archetipo dell'inconscio junghiano.

Certo, Jung da ragazzo lesse moltissimo di
Goethe, ma non è possibile che lui avesse
anche qualcosa di Goethe in sè, diciamo come
frammento di una personalità di una vita passata?
E' ovvio che non c'è modo di stabilirlo, ma
secondo una leggenda familiare, il nonno di Jung
avrebbe potuto essere uno dei numerosi figli
" naturali" di Goethe, (pare che fossero appunto
in molti quelli illegettimi).

E se Jung avesse avuto un frammento di Goethe
in sè, da una esistenza vissuta nel settecento, che
cosa aveva, in sè, dello strato della sua psiche
risalente al quattro-cinquecento, epoca in cui quel
suo sogno faceva riferimento?
Sarei incline a ipotizzare un frammento del grande
alchimista e guaritore Paracelso.

Ho sempre tenuto per me questi pensieri del tutto
ipotetici, ma parecchi anni fa ebbi la fortuna di
leggere degli scritti di Erlo van Waveren, constatando
che anche lui era giunto, indipendentemente da me, a
delle conclusioni analoghe riguardo a Goethe e
Paracelso.

Non potrebbe darsi che personalità particolarmente
complesse come Jung, un genio, siano in grado di
riassorbire e perpetuare i resti, psichicamente
ereditati, di determinati spiriti creativi di epoche
passate? Ciò spiegherebbe non solo la
straordinaria ampiezza di vedute e di visioni propria
di geni come Jung, ma anche il tormento interiore
che lui e altri come lui hanno dovuto subire per
rimanere personalità integre e non smarrirsi nei
meandri del " sè diviso" e soccombere alla follia.
Il loro non è per forza un cammino da invidiare, ma
certamente è un cammino i cui frutti ci fanno sentire
infinitamente in debito nei confronti di quanti lo
hanno percorso.


Da tutto questo si evince che negli ultimi anni
Jung avesse,come ho già scritto nella prima
parte " aperto" al concetto di reincarnazione e
karma anche se poi sappiamo che quasi nulla
trapelò di tutto ciò.
Sarebbe davvero molto interessante se si
potessero esaminare i suoi ultimi scritti, specie
quelli che vanno dal 1950 al 1961 anno della
sua morte.

Allora a questo punto possiamo davvero parlare
di " vite passate? O sono solo ricordi e/o fantasie?
Di certo possiamo dire che bisogna usare
molta cautela,anche perchè negli ultimi anni si
parla tanto di tecniche regressive che permettono
di ricavare molti "contenuti e storie" che preferisco
parlarvene in uno dei prossimi articoli che ho preparato.
Ponendo l'accento sui rischi che tale tecnica comporterebbe
se non si fosse seguiti professionalmente da chi
l' esercita da molti anni con successo.
Per chi volesse leggere di queste letture, consiglio
i libri del dr. Angelo Bona dell' L’AIIRe,
Associazione Italiana Ipnosi Regressiva.

A conclusione, permettetemi di contraltare quanto
detto prima per poter creare un contraddittorio serio.
Vi ricordate i miei primi articoli del 2005 e inizio
2006 che chiamai allora " Il talento dell'inconscio"?

" Queste regressioni, sono vere,reali o fittizie?
Siamo sicuri che il paziente non sia in grado di
creare meravigliose fantasie"?

Possiamo credere che la regressione ipnotica sia
davvero una reale regressione nel tempo?
Oppure che l' inconscio prenda dal suo immenso
archivio innumerevoli ricordi e fingere così un ritorno
al passato perchè gli viene imposto...dallo psico
terapeuta?

Cito due casi di persone che fatte regredire all'età di
4 e 6 anni e fatto loro disegnare un albero... esso
sembrò davvero come se fosse stato disegnato da
un bambino, i tratti erano molto ingenui, tipici di un
bambino, ma non omise le radici.Particolare questo
che se avesse veramente avuto veramente 6 anni,
avrebbe certamente tralasciato.
Oppure fatto regredire all'età di 4 anni, gli si chiese
in maniera improvvisa che ora fosse.... beh non riuscì
a reprimere il gesto di guardarsi l'orologio al polso.

Cosa significa allora che la regressione è solamente
apparente?


Grazie a tutti per l'attenzione
Davide

P.s. Ritornerò di sicuro sulle tecniche di regressione.