"Nella gioiosa notte, in segreto, senza esser
veduta, senza veder cosa, nè altra luce o
guida avea, fuor quella che in cuor mi ardea"
san Juan de la Cruz
Uno dei padri spirituali da me più amati,
è San Giovanni della Croce.
Per questo ho voluto menzionarlo,
nell'intervento odierno..."
Probabilmente i periodi di dolore e di confusione
ci permettono di sondare le profodità della nostra
anima, molto più di quanto facciano i momenti di
benessere. L'oscurità e il turbamento hanno un loro
modo particolare di stimolare l'immaginazione,
perchè ci consentono di percepire ciò che
normalmente passerebbe inosservato.
Diventando sensibili ad un differente spettro emotivo
e arrivando a percepire l'ultravioletto, ovvero gli
estremi delle nostre sensazioni e dei pensieri,
impariamo cose che nel bagliore della vita di tutti i
giorni non sarebbero neppure state distinguibili.
Tutti aspiriamo alla felicità, ma ogni vita contiene in
sè gioia e dolore, luce e tenebre.
Ci può capitare di perdere il lavoro, di divorziare,
di ammalarci, e allora ci inabissiamo in un periodo
oscuro mettendo in discussione tutto ciò che siamo.
La maggior parte di noi a questo punto cerca
freneticamente qualche via per uscire dallo sconforto,
e magari ricorre a futili divertimenti o all'alcool.
Oppure pensa che sia solo depressione e quindi si
rivolge ad uno psicologo. In questo modo, però,
si spreca una opportunità preziosa: quella di cambiare
prospettiva.La crisi deve darci la spinta per interrogarci
su ciò che vogliamo nel profondo di noi.
Per esempio, essere lasciati dal partner offre l'occasione
per capire cosa non abbia funzionato nel rapporto,
cosa cerchiamo davvero nell'altro o siamo disposti a
dargli, come siamo stati influenzati dagli stereotipi
comportamentali della nostra società e via dicendo.
Se non facciamo chiarezza in noi stessi, ripeteremo
fatalmente gli stessi errori in ogni nuova relazione,
affettiva o professionale che sia.
Abbandoniamoci dunque alle tenebre dell'infelicità,
se questa può aiutarci a progredire nella nostra
evoluzione umana ed a ritrovare il piacere della luce.
Individuiamo i nostri personali riti di passaggio, la nostra
temporanea follia, la nostra trasformazione alchemica
per diventare più veri,più forti, più completi.
E senza più paura del buio...
Anche gli studi antichi orientali e quelli Junghiani ci
soccorrono in questi simili frangenti permettendoci di
"capire" attraverso il solo nostro anno di nascita quali
siano le nostre origini.Attraverso la data natale
scopriremo le nostre qualità ed i talenti che abbiamo
più facilità ad esprimere, poichè essi derivano
dall'esperienza "passata" ereditata e se volete karmica(?).
Questo bagaglio era già presente nella nostra memoria
evolutiva. Osserviamo sempre più a fondo il nostro
anno di nascita e tralasciamo l'aspetto puramente
astrologico, soffermandoci invece sulla qualità del
dono ricevuto sin dalla nostra nascita e scopriremo
che esso è una benedizione e potrà aiutarci nella
nostra evoluzione spirituale e quotidiana.
A differenza dei talenti che descrivono le nostre origini....
il dono è un "mezzo"molto speciale di cui possiamo e
dobbiamo già usufruirne nel presente identificandolo
ad un seme....un seme che va curato giorno dopo
giorno, riconosciuto in noi stessi e successivamente
accettato come un regalo che meritiamo e di cui
possiamo servirci non solo per migliorarci ma anche
per "servire" gli altri a scalare le vette del loro cammino.
Insciallah e namastè
davide
veduta, senza veder cosa, nè altra luce o
guida avea, fuor quella che in cuor mi ardea"
san Juan de la Cruz
Uno dei padri spirituali da me più amati,
è San Giovanni della Croce.
Per questo ho voluto menzionarlo,
nell'intervento odierno..."
Probabilmente i periodi di dolore e di confusione
ci permettono di sondare le profodità della nostra
anima, molto più di quanto facciano i momenti di
benessere. L'oscurità e il turbamento hanno un loro
modo particolare di stimolare l'immaginazione,
perchè ci consentono di percepire ciò che
normalmente passerebbe inosservato.
Diventando sensibili ad un differente spettro emotivo
e arrivando a percepire l'ultravioletto, ovvero gli
estremi delle nostre sensazioni e dei pensieri,
impariamo cose che nel bagliore della vita di tutti i
giorni non sarebbero neppure state distinguibili.
Tutti aspiriamo alla felicità, ma ogni vita contiene in
sè gioia e dolore, luce e tenebre.
Ci può capitare di perdere il lavoro, di divorziare,
di ammalarci, e allora ci inabissiamo in un periodo
oscuro mettendo in discussione tutto ciò che siamo.
La maggior parte di noi a questo punto cerca
freneticamente qualche via per uscire dallo sconforto,
e magari ricorre a futili divertimenti o all'alcool.
Oppure pensa che sia solo depressione e quindi si
rivolge ad uno psicologo. In questo modo, però,
si spreca una opportunità preziosa: quella di cambiare
prospettiva.La crisi deve darci la spinta per interrogarci
su ciò che vogliamo nel profondo di noi.
Per esempio, essere lasciati dal partner offre l'occasione
per capire cosa non abbia funzionato nel rapporto,
cosa cerchiamo davvero nell'altro o siamo disposti a
dargli, come siamo stati influenzati dagli stereotipi
comportamentali della nostra società e via dicendo.
Se non facciamo chiarezza in noi stessi, ripeteremo
fatalmente gli stessi errori in ogni nuova relazione,
affettiva o professionale che sia.
Abbandoniamoci dunque alle tenebre dell'infelicità,
se questa può aiutarci a progredire nella nostra
evoluzione umana ed a ritrovare il piacere della luce.
Individuiamo i nostri personali riti di passaggio, la nostra
temporanea follia, la nostra trasformazione alchemica
per diventare più veri,più forti, più completi.
E senza più paura del buio...
Anche gli studi antichi orientali e quelli Junghiani ci
soccorrono in questi simili frangenti permettendoci di
"capire" attraverso il solo nostro anno di nascita quali
siano le nostre origini.Attraverso la data natale
scopriremo le nostre qualità ed i talenti che abbiamo
più facilità ad esprimere, poichè essi derivano
dall'esperienza "passata" ereditata e se volete karmica(?).
Questo bagaglio era già presente nella nostra memoria
evolutiva. Osserviamo sempre più a fondo il nostro
anno di nascita e tralasciamo l'aspetto puramente
astrologico, soffermandoci invece sulla qualità del
dono ricevuto sin dalla nostra nascita e scopriremo
che esso è una benedizione e potrà aiutarci nella
nostra evoluzione spirituale e quotidiana.
A differenza dei talenti che descrivono le nostre origini....
il dono è un "mezzo"molto speciale di cui possiamo e
dobbiamo già usufruirne nel presente identificandolo
ad un seme....un seme che va curato giorno dopo
giorno, riconosciuto in noi stessi e successivamente
accettato come un regalo che meritiamo e di cui
possiamo servirci non solo per migliorarci ma anche
per "servire" gli altri a scalare le vette del loro cammino.
Insciallah e namastè
davide